Visioni
Per salutare l'arrivo del nuovo anno, e per fare i migliori auguri a tutti quelli che mi leggono, ho disegnato due scritte col 2024, con due criteri grafici diversi ma con la stessa idea di una figura che emerge dal fondo e torna ad immergersi in esso. Una scritta è realizzata in grafica bitmap, l'altra in grafica vettoriale.
L'immagine bitmap è multicolore, e consiste in un fondo astratto da cui, con lo stesso tipo di miscuglio, emergono colori un po' più chiari che vengono configurati come 2024 da un processo di percezione visiva che agisce come riduttore di complessità nel riconoscere le macchie chiare come figura e tutto il resto come sfondo: sarebbe troppo difficile decifrare i ghirigori delle mescolanze, è molto più facile isolarne una figura e riconoscerla come una data. Le macchie hanno la stessa forma caotica in tutta l'immagine, ma alcune vengono associate percettivamente secondo i principi della somiglianza (sono più chiare e più sature) e della vicinanza (le forme più chiare si trovano l'una accanto all'altra).
Tutto questo riguarda l'aspetto visivo dell'immagine. Per trarne un significato, c'è da chiedersi perché le forme dei numeri sono così slabbrate e imprecise, e perché sembrano emergere dal rimescolamento della materia cromatica generale. La ragione potrebbe essere che lo scorrere del tempo è un flusso continuo, siamo noi che lo suddividiamo in anni, mesi, giorni. La mia immagine rappresenta la fase in cui l'anno precedente si è dissolto, stemperandosi nel magma di colori in movimento, e che sta appena emergendo l'anno nuovo, con forme che saremo noi stessi a delineare e precisare col nostro vivere quotidiano.
L'immagine vettoriale si basa su una texture atonale di linee rosse su fondo bianco. Rosso e bianco sono due colori tradizionalmente riferiti alle feste di Natale e di fine anno, o se si vuole del solstizio d'inverno. Il vettoriale permette di disegnare forme dai contorni molto netti a qualsiasi ingrandimento, che però devono essere costruite con un progetto ben chiaro, essendo costituite da forme primitive come rettangoli, cerchi, segmenti, curve di Bézier.
L'idea strutturale dell'immagine si basa su una assoluta uniformità tra figura e sfondo, dove la figura è costituita da un insieme di linee che hanno le stesse caratteristiche grafiche di quelle del fondo, ma che si differenziano dalle altre comportandosi nello stesso modo con inclinazioni e curve che fanno emergere una fascia di larghezza uniforme che si curva e si piega in modo da essere configurata come 2024, secondo il principio percettivo del destino comune. La fascia emerge a formare il primo 2, e si dissolve nel fondo con la parte terminale del 4. Il principio del destino comune fa sì che noi aggreghiamo gli elementi che vediamo comportarsi nello stesso modo, come un plotone di soldati che marci ordinato e compatto in mezzo ad una folla di persone che si nuovono in modo disordinato e casuale.
Il significato dell'immagine è un invito a riflettere sulla funzione della comunicazione, che a volte serve per chiarire ed evidenziare ciò che si dice, altre volte si usa per nascondere, per dissimulare. Allo stesso modo la nitidezza delle forme corrisponde alla precisione nell'uso delle parole, l'omogeneità con il fondo corrisponde all'uso di parole pertinenti e distraenti, in modo da non far capire bene quale sia il vero argomento del discorso, e quali gli elementi di contorno. Anche in questo caso l'immagine simboleggia il fluire temporale dell'anno che si forma il 1 gennaio e si dissolve il 31 dicembre, secondo il rituale ciclico dell'eterno ritorno.
Soluzioni
Il problem solving riferito a queste immagini riguarda soprattutto alcuni aspetti della percezione visiva. Il primo è la configurazione. Noi non registriamo semplicemente ciò che ci sta davanti, come farebbe l'obiettivo di una fotocamera, ma lo configuriamo, ossia lo organizziamo mentalmente in base a ciò che sappiamo, che riconosciamo, che pensiamo. Nell'immagine bitmap l'occhio percepisce un insieme caotico di macchie, di colori che si fondono l'uno nell'altro, il cervello tenta una organizzazione distinguendo e isolando tutto quello che gli sembra mostrare una certa coerenza di fronte al resto di ciò che vede. E' così che considera la parte organizzata come figura, e tutto il resto come sfondo. La figura diventa la cosa più interessante, ciò che dà significato all'immagine, che contiene informazione utilizzabile, nel nostro caso la scritta 2024 (primo livello di significato, o denotato) che è il nome del nuovo anno (secondo livello di significato, o connotato).
L'organizzazione delle parti significanti avviene secondo i criteri di vicinanza e di somiglianza, secondo cui mettiamo insieme gli elementi che si assomigliano o che si avvicinano gli uni agli altri, come le macchie più chiare, o che si comportano nello stesso modo, come le linee che formano la fascia nell'immagine vettoriale.
La differenza tra figura e sfondo ci serve a individuare in maniera più o meno decisa ciò che riteniamo più interessante, e che va da un massimo di differenziazione, come il disco rosso su fondo bianco della bandiera giapponese, all'indifferenziazione come tutti i fenomeni di mimetismo naturale o artificiale.
Allargando il campo dalla percezione visiva alla comunicazione e ai rapporti interpersonali, i fenomeni sono simili. Noi comunichiamo per svelare o per nascondere. Nel primo caso diciamo la verità, o ciò che a noi sembra vero. Nel secondo caso cerchiamo di sviare l'attenzione per dirigerla altrove, parliamo d'altro, mescoliamo vero e falso, come fa il prestigiatore quando ci distrae per non farci vedere il trucco della sua magia.
Concludo con l'augurio che il 2024 emerga chiaro e nitido per ognuno di noi, pieno di esperienze, conoscenze, emozioni e belle cose da ricordare.