2 Comments

Egregio Umberto,

nel parco vicino casa c’è stata, per un paio di anni, una panchina nelle stesse condizioni. La mia pochezza mi ha portato solo a lamentarmi dei ragazzacci che avevano “finito” il piano di seduta, già malridotto, e dell’amministrazione comunale intervenuta a ripararla solo dopo decine di mesi. Avevo fatto anch’io la constatazione che, forse, quella era la versione per persone senza sedere. Ieri stavo riflettendo sulla vastità e profondità delle tue osservazioni, quando un veicolo general purpose, GP, da cui jeep, ha svoltato a sinistra in direzione vietata, tagliandomi la strada. La brillantezza del gigantesco paravacche cromato, del peso di oltre ottanta chili, ovviamente indispensabile nei centri urbani, ha attirato la mia attenzione sull’opposto della tua panchina. Quanti sono gli oggetti sovradimensionati, risultati da superfetazioni mercantili, accessoriati con parti totalmente inutili se non nel ruolo prioritario ma solo iniziale di merci per idioti? L’imballaggi dei tubetti di dentifricio, per fare un esempio, sono un estesissimo campionario di ogni tecnica di stampa: impressioni a secco, tampografie, colori dichiarati oltre le quadricromia, trasferimento a caldo di pellicole metallizzate, persino ologrammi. Il tutto da gettare nella spazzatura prima di ogni possibile utilizzo. La totalità delle merci e molti spazi architettonici e domestici sono così, inutilmente sovraccarichi. E non è arte. Mi piacerebbe leggere una tua riflessione sicuramente illuminante al proposito. Grazie!

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Grazie per le tue osservazioni, Tempo fa scrissi un articolo sull'eccesso di imballaggi, che prima o poi ripubblicherò, e comunque certamente tornerò sul tema degli eccessi inutili, che però in questo caso ci entrerebbero poco con la povera panchina!

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